L’esperienza più traumatica della mia infanzia è stata, senza dubbio, il catechismo.
Lo so, non sono l’unica , quindi lo so che ci siete.
L’ora di catechismo si svolgeva in una stanza non troppo piccola, con un odore fortissimo di umidità e chiazze nere che si arrampicavano sugli angoli del soffitto. Era fredda, poco luminosa: la luce bianca e spietata delle lampadine rendeva l’atmosfera ancora più cupa. Insomma, non proprio il massimo dell’accoglienza.
Ci sedevamo attorno a un grande tavolo ovale, uno di quei mobili antichi, scuri, pesanti, che sembrano impregnati di tempo e di odori rancidi.
Mi sedevo, aprivo la cartellina e prendevo il libro quel libro che tutti noi abbiamo avuto tra le mani almeno una volta.
Poi entrava la maestra. Ci salutava, e lo spettacolo iniziava.
Era una donna molto alta (almeno, così mi sembrava), con un caschetto biondo, un paio di occhiali, e un argomento preferito: il diavolo.
Ci credeva con tutta sé stessa. E io, naturalmente, non ero da meno. Sono stati gli anni più spaventosi della mia infanzia.
“Bambini, se non vi comportate bene, la notte sentirete dei piccoli passi… e sapete chi è?”
“Il diavolo!” , rispondevamo in coro, come piccoli angeli terrorizzati, mentre io sgranavo gli occhi e mi gelavo dentro.
Un pomeriggio, uscendo dal catechismo, trovai per terra un santino ,credo fosse Sant’Antonio. Lo raccolsi e lo misi in tasca.
La sera, lo tirai fuori e gli chiesi di proteggermi: di non farmi portare via da nessun diavolo, né da altri spiriti poco cordiali.
Lo misi sotto il cuscino, sperando finalmente di dormire tranquilla.
Ma quella fu la notte peggiore della mia vita.
Non solo sentii i passi, ma vidi anche due piccoli occhietti gialli.
Insomma: Santo 0 — Suggestione 1.
Sono stati anni complicati, tra demoni, preghiere imparate male, dieci comandamenti (di cui credo di infrangerne almeno uno quasi ogni giorno), e l’ostia attaccata al palato, con la paura di soffocare.
Un percorso che, forse, avrebbe dovuto salvarmi dalla dannazione eterna.
Ma questo , per ora, non posso ancora confermarlo.
Col tempo, comunque, ho capito che il diavolo non è la cosa più spaventosa che mi potesse capitare.


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